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TRASPORTI

  • AUTO

    Tramite A1/E45, uscita Battipaglia. Proseguire lungo la SS 18 Tirrena Inferiore e Contrada S. Giovanni in direzione di Piazza Gian Battista Vico a Vatolla


  • BUS

    Da Salerno prendere la linea 034 "San Marco di Castellabate", scendere alla fermata "Bivio S. Pietro". Proseguire con la linea 092 "S. Maria di Castellabate Capolinea", fermata Perdifumo


  • TRENO

    Da Napoli, prendere il treno 8111 diretto a Reggio Calabria, scendere ad Agropoli Castellabate. Proseguire con l'autobus 092 per S. Maria di Castellabate Capolinea, fermata Perdifumo

Dalla Spagna a Giambattista Vico

Il castello De Vargas Machucca, l’odierno Palazzo de’ Vargas, è costituito da due costruzioni distinte. Della struttura originaria di età longobarda si conservano il cortile interno, le torri circolari angolari e, sul lato rivolto verso il mare, la residenza del castellano. Il castello e il feudo ad esso annesso vennero affidati nel XII sec. ad una delle più importanti famiglie nobiliari del regno: i Sanseverino. Intorno all’edificio, divenuto roccaforte negli anni, si intensificò lo sviluppo dell’abitato ma del castello non si ebbero più notizie fino al XVI secolo, quando il feudo divenne proprietà della famiglia Griso, che fece erigere la seconda parte del complesso detto “palazzo nuovo”.

Nel 1660 palazzo e feudo furono acquistati dalla famiglia Rocca che vi si stabilì. Dal 1686 al 1695 il palazzo ospitò il filosofo Giambattista Vico, che fu convocato qui con l’incarico di precettore dei figli del marchese don Domenico Rocca. Il filosofo soggiornò nel castello per nove anni e in questo periodo, a contatto con la natura, l’amenità e l’isolamento di questi luoghi meditò ed elaborò gran parte del suo pensiero, finchè fu definitivamente richiamato a Napoli nel 1695.

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  • Oggi il castello de’ Vargas, recuperato dalle incurie e restaurato, è una delle sedi della Fondazione Giambattista Vico, che vi ha fondato una Scuola di Alta Formazione, la ricca Biblioteca del Parco Nazionale Cilento Vallo di Diano (circa 20.000 volumi) e un Museo Vichiano legato alla figura del filosofo.
  • Gran parte delle strutture del castello che risalgono a questo periodo sono ancora inalterate e visibili, dal portale alla corte ed addirittura alcuni arredi interni. Il palazzo e il feudo passeranno successivamente a una importante famiglia dell’aristocrazia spagnola legata alla corona del vicerè, i Vargas Machucca, che gestiranno il possedimento fino agli inizi del XIX secolo.
  • Nella seconda metà del XIX secolo la famiglia Ventimiglia di Vatolla acquistò la biblioteca privata della famiglia Vargas Macciucca, che comprendeva molti testi rari e opere storiche, soprattutto relative al XVIII secolo. Oggi parte di questo materiale è consultabile presso il Centro Bibliotecario di Ateneo dell'Università di Salerno, grazie alla donazione fatta nel 1973 dagli ultimi discendenti della famiglia Ventimiglia, Antonio Ferrante e Ottavio. Il Fondo Ventimiglia consta di circa 8000 volumi tra cui diversi incunaboli, 140 cinquecentine, 250 seicentine e numerose lettere appartenute agli esponenti della famiglia. Questo materiale fu consultato da Giambattista Vico durante la sua permanenza a Vatolla. Altre piccole sezioni della biblioteca di famiglia sono conservate, invece, presso la Biblioteca statale di Montevergine, la Biblioteca nazionale di Napoli e la Biblioteca nazionale Marciana di Venezia.
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Scorci e prospettive

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