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Tramite A1/E45 e A2. Continuare sulla SS19 in direzione di Viale Certosa. Uscita Padula-Buonabitacolo. Continuare sulla SS19 in direzione di Viale Certosa
Viale Certosa, 84034 Padula SA
Tramite A1/E45 e A2. Continuare sulla SS19 in direzione di Viale Certosa. Uscita Padula-Buonabitacolo. Continuare sulla SS19 in direzione di Viale Certosa
Da Salerno è possibile raggiungere la Certosa con le linee Curcio e Lamanna. La domenica è attivo anche il Certosa Link con partenza dalla stazione di Salerno
A Padula non c'è una stazione ferroviaria, ma si può scendere a Battipaglia o a Sapri e da lì prendere uno degli autobus sostitutivi messi a disposizione da Trenitalia
La Certosa di San Lorenzo è il più vasto complesso monastico dell’Italia Meridionale nonché uno dei più interessanti in Europa per magnificenza architettonica e copiosità di tesori artistici.
Lo stile architettonico è quasi prevalentemente barocco, infatti sono davvero poche le tracce trecentesche superstiti. Il complesso conta circa 350 stanze ed occupa una superficie di 51.500 m² di cui 15.000 impegnati solo dal chiostro, il più grande del mondo. La Certosa di San Lorenzo, grazie alla sua vasta estensione, è seconda solo alla Certosa di Grenoble in Francia.
Questo monastero certosino, il primo ad essere eretto in Campania, fu fondato da Tommaso di San Severino nel 1306 e dedicato a San Lorenzo. Comprende tre chiostri, un giardino, un cortile e una chiesa.
È possibile dividere l'impianto architettonico della Certosa di Padula in due zone: nella prima rientrano i luoghi di lavoro mentre nella seconda vi è la zona di residenza dei monaci.
La struttura della certosa, come per tutte le altre certose, segue la regola certosina, ovvero lavoro e contemplazione. Proprio per questo nella struttura esistono luoghi differenti per la loro attuazione: il chiostro, la biblioteca, dove è ancora possibile ammirare il pavimento fatto da mattonelle in ceramica Vietrese, la Cappella decorata con preziosi marmi, la grande cucina, le grandi cantine del vino, le lavanderie ed i campi limitrofi dove venivano coltivati i frutti della terra per il sostentamento dei monaci.