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Un Parco eterogeneo, custode di flora, fauna e storia

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Un territorio poliedrico e istrionico

Il Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni fu istituito nel 1991 e si estende per 181.048 ettari, rappresentando il secondo in Italia per dimensioni. Il Parco infatti si dilunga dalla costa tirrenica fino ai piedi dell’Appennino Campano-Lucano e include numerose cime dei monti Alburni, del Cervati e del Gelbison, nonché i contrafforti costieri del Monte Bulgheria e del Monte Stella. Tra le sue attrazioni naturali, la celebre oasi naturale Le cascate dei capelli di Venere.

La ricchezza naturalistica del territorio, estremamente eterogeneo, va di pari passo con il carattere mitico e misterioso di una terra ricca di storia e cultura, che tutt’oggi sono i principali attrattori a livello nazionale ed internazionale: il richiamo della ninfa Leucosia, le spiagge teatro dei destini di Enea e Palinuro, i resti delle colonie greche di Elea-Velia e Paestum, la Certosa di Padula.

Il Parco Nazionale del Cilento ospita molte specie animali, a partire dalla maestosa aquila reale al falco pellegrino, e ancora la poiana, lo sparviero, il gufo, la civetta. Il territorio è anche abitato da lupi, cinghiali, volpi, faine, tassi, donnole e altri mammiferi che testimoniano il progressivo arricchimento dell’ecosistema del Parco del Cilento.

Altrettanto importante è il patrimonio floristico del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Le circa tremila specie botaniche presenti si associano in un mosaico di paesaggi vegetali che vanno dalla ricchissima e variegata macchia mediterranea alle pinete costiere di Pino d’Aleppo; dai lecceti ai boschi misti di latifoglie dell'area collinare e pedemontana.

Il Parco è Riserva della Biosfera MAB dell’UNESCO

Il Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni nel 1997 diventa Patrimonio Mondiale dell’Umanità, venendo incluso nella prestigiosa rete delle Riserve della Biosfera del Programma MAB UNESCO (Man and Biosphere), comprendendo i famosi siti archeologici di Paestum e Velia e la Certosa di Padula.

La stessa zona è stata iscritta nella rete dei Geoparchi UNESCO nel 2010, grazie alla bellezza delle numerosissime grotte create dalla natura carsica del terreno, sia nell’entroterra che sulla costa, e alla natura geologica delle rocce che costituiscono il Flysch del Cilento, caratterizzato da una fitta stratificazione delle rocce che talora assumono forme e colori particolari.

PUNTI DI INTERESSE INERENTI

Alcuni scenari in Realtà Aumentata