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I colori e i profumi del territorio cilentano

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La Primula di Palinuro, simbolo del Parco Nazionale del Cilento

La Primula di Palinuro è un fiore diventato il simbolo del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e degli Alburni appartenete alla famiglia delle primulacee.
Rappresenta un raro esemplare di primula di colore giallo dall’interno bianco ed è costituita da un mazzolino di piccoli fiori con petali vellutati. Il gruppetto di fiori è sostenuto da un solo stelo.
È possibile incontrarla nelle località di mare, su tratti calcarei, lungo il Tirreno. Infatti, è presente nelle aree da Palinuro a Marina di Camerota, toccando la Basilicata (Maratea) e raggiungendo anche il cosiddetto Alto Tirreno Cosentino, tratto calabrese (Scalea e Praia a Mare).
Per preservarlo dall’estinzione, la Primula di Palinuro è diventata una specie protetta del Parco Nazionale, già patrimonio mondiale dell’umanità.

Le specie vegetali e arboree

Il popolamento floristico del Parco è probabilmente costituito da circa 1800 specie diverse di piante autoctone spontanee. Tra di esse circa il 10% rivestono una notevole importanza fitogeografica essendo endemiche e/o rare. La più nota di queste specie, e forse anche la più importante, è la Primula di Palinuro, simbolo del Parco, specie paleoendemica a diffusione estremamente localizzata.

Sulle spiagge, tra le comunità delle sabbie, è ancora presente il sempre più raro Giglio marino; sulle scogliere a diretto contatto con gli spruzzi del mare vivono fitocenosi ad alofite estremamente specializzate e dominate dalla endemica Statice salernitana, mentre sulle frequenti falesie costiere i raggruppamenti rupicoli mediterranei sono costellati di preziosi endemiti come la sopracitata Primula di Palinuro, il Garofano delle rupi, la Centaurea, l’Iberide florida, la Campanula napoletana ed altre ancora che caratterizzano, con le loro fioriture, un paesaggio costiero di rara bellezza.

Nella fascia mediterraneo-arida, regno della multiforme e policroma macchia mediterranea, è presente la Ginestra del Cilento, il Carrubo, il Ginepro rosso o fenicio, Lecci, boschetti a Pino d’Aleppo. Nell’area costiera, in particolare, il tessuto dei boschi sempreverdi e della macchia mediterranea è permeato dagli uliveti, giardini quasi naturali che si confondono e si integrano nella calda natura delle coste cilentane. Alle quote superiori e nell’interno le Querce, a volte annose e solitarie a guardia degli antichi coltivi, ora in formazioni compatte insieme ad Aceri, Tigli, Olmi, Frassini e Castagni. Salendo si incontrano maestosi faggeti che coprono e proteggono i monti; qui, ove si percepiscono i profumi della montagna, spesso si incontra il raro Acero del Lobel.

Piccoli amici del territorio cilentano

La fauna del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano è molto diversificata in virtù dell’ampia varietà di ambienti presenti sul territorio. Aree costiere e montane, fiumi impetuosi e ruscelli, rupi e foreste, determinano altrettante comunità faunistiche dove spesso emerge la presenza di specie di alto valore naturalistico. Sulle vette, sulle praterie di altitudine e sulle rupi montane sono frequenti l’Aquila reale e le sue prede d’elezione: la Coturnice e la Lepre Italica. La presenza di queste due ultime specie è biologicamente importante in quanto rappresentano popolazioni autoctone appenniniche, oramai estinte in buona parte del territorio. L’aquila divide questo ambiente con altri rapaci come il Falco pellegrino, il Lanario, il Corvo imperiale ed il Gracchio corallino.

Tra i pascoli è facile osservare l’arvicola del Savi, un piccolo roditore erbivoro predato dalla Volpe, dalla Martora o anche dal Lupo specie quest’ultima la cui popolazione sembra essere in leggera crescita. Tra gli stessi prati, regno di numerose specie di farfalle, vivono la Lucertola muraiola e la Luscengola peculiare per la sua somiglianza ad un piccolo serpente ma dal quale differisce per la presenza di piccoli arti.

Molto ricca è anche la fauna dei corsi d’acqua dove senza dubbio domina la popolazione di lontre forse più ricca d’Italia. Nelle aree più prossime alle sorgenti, dove l’acqua è più fredda, più costante ed i folti boschi ripariali forniscono abbondante ombra, vivono la rara Salamandra dagli occhiali, endemismo italiano di grande interesse naturalistico, e la più comune Salamandra.

Tra la ricca avifauna delle foreste di faggio le specie più tipiche sono il Picchio nero, il Picchio muratore e il Ciuffolotto, mentre di grande interesse è la presenza dell’Astore, uccello rapace la cui distribuzione è in declino.

Il Flysch del Cilento e i suoi paesaggi

Il Cilento, terra dalle dolci morfologie collinari, ricoperte da distese di ulivi verde-cenere che si rispecchiano nel blu del Tirreno e allo stesso tempo, terra dalle morfologie molto aspre profondamente incise da vivaci torrenti, raie dall’aspetto lunare, boschi di castagni e di lecci, paesi abbarbicati alle rocce o adagiati sulle rive. A determinare questo affresco, fatto di forme e colori suggestivi apparentemente in forte contrasto è la duplice natura geologica delle rocce che costituiscono il Cilento: quella del Flysch del Cilento(voce dialettale della Svizzera tedesca per “china scivolosa”) che ha la sua massima diffusione in corrispondenza del bacino idrogeografico del Fiume Alento e dei principali monti del Cilento occidentale, quali il Monte Centaurino (1433 m), e quella delle rocce calcaree che costituiscono i complessi montuosi interni (Alburno-Cervati) e meridionali (Monte Bulgheria, Monte Cocuzzo) del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.

Sulla costa alta, il Flysch si caratterizza per la fitta stratificazione delle rocce che talora assumono forme e colori particolari come è possibile riscontrare in località Ripe rosse o nel terrazzo marino di Punta Licosa. I paesaggi che ne derivano si riconoscono per le morfologie spesso dolci e per la maggiore presenza arborea della macchia mediterranea.

Lasciata la costa nord-occidentale, territorio del Flysch, e inoltrandosi verso l’interno del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, il paesaggio cambia: è il regno delle rocce calcaree, al cospetto dei massicci carbonatici degli Alburni e del Cervati.

PUNTI DI INTERESSE INERENTI

Alcuni scenari in Realtà Aumentata